Rassegna stampa

Rassegna stampa delle nostre attività e degli eventi che ci hanno coinvolto

Protezione civile, “Falchi del Sud” lanciano una call per nuovi volontari

18 Maggio 2023

Essere protagonisti di una squadra che supporta la popolazione nei momenti di difficili, a seguito di calamità naturali o al verificarsi di altre emergenze: dagli incendi ai terremoti, dal dissesto idrogeologico, alla sicurezza. Un percorso formativo affascinante, che permette a chi lo intraprende di acquisire quelle conoscenze professionali utili anche nella vita di tutti i giorni. Falchi del Sud, associazione di Protezione Civile con sede a Napoli in via Francesco Solimena al quartiere Vomero, con queste motivazioni chiama a raccolta tutti quelli decisi a impegnarsi in un percorso incentrato all’aiuto di chi ne ha bisogno andando a rimpinguare il numero del proprio esercito di volontari. Iscritta nell’Elenco Territoriale del Volontariato di Protezione Civile della Regione Campania, I Falchi del Sud esiste da 27 anni ed è decisa a continuare nel tempo facendo ulteriori sforzi. Per questo motivo chiede a chi lo vorrà di contattare l’associazione e seguire corsi di formazione.

«Attualmente sono con noi una sessantina di volontari, almeno il 60% dei quali sempre operativo – afferma il presidente di Falchi del Sud Emanuele Cervelli – Ma siamo sempre alla ricerca di volontari, li chiamiamo a raccolta». Tra le principali attività dell’associazione, ricorda Cervelli, «oltre a quella di Protezione Civile a tutela di tutti, c’è anche quella di segreteria da campo in favore delle famiglie accolte nelle tensostrutture. Ci sono anche attività non emergenziali come quelle dei rapporti con le scuole di Napoli e della Campania, per istruire i ragazzi sulle buone pratiche da seguire. In passato I Falchi del Sud hanno dato il loro concreto contributo per il terremoto dell’Abruzzo, del Molise. E – assicura il presidente – qualora servisse saremo pronti pure per aiutare i cittadini dell’Emilia-Romagna colpita dalla terribile alluvione». Tra i vari progetti che ha visto coinvolgere l’associazione di Protezione Civile  Falchi del Sud, anche quello denominato Abcd a tutela della Riserva Naturale degli Astroni che nel 2017 fu insidiata dalle fiamme, a seguito dell’accensione di roghi ritenuti dolosi. A collaborare anche il Wwf Italia, la Federico II, Ardea. Nell’immediato futuro Falchi del Sud sarà protagonista il 20 e il 21 maggio sul territorio della X Municipalità di Napoli Fuorigrotta-Bagnoli della due giorni informativa “Io non rischio’’ attraverso cui saranno date indicazioni alla popolazione sugli eventuali pericoli a cui far fronte sull’area dei Campi Flegrei. Il 28 maggio invece, in via Sant’Ignazio di Loyola ai Camaldoli saranno effettuate delle esercitazioni a cui prenderanno parte i volontari. «I corsi per approcciarsi poi all’azione di Protezione Civile durano 6 mesi e sono incentrati sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, sull’antincendio, sulla segreteria da campo anche in relazione all’utilizzo dei software utili alle attività. Possono richiedere di partecipare le persone che abbiano compiuto almeno 16 anni» spiega infine il presidente Emanuele Cervelli. Per ogni info è possibile visitare il sito https://www.falchidelsud.org  le pagine social di Instagram e Facebook o contattare il team ai numeri 081-7707178 e 3396252014 quest’ultimo numero dotato anche di contatto Whatsapp.

Di Antonio Sabbatino

Articolo pubblicato su "Comunicare il Sociale"

Settimana della Protezione Civile 2022

Servizio sulla "Settimana della Protezione Civile" e sullo svolgimento della campagna di prevenzione "IO NON RISCHIO 2022" trasmesso da "Televomero Notizie" il 17 ottobre 2022.

Televomero Notizie del 17.10.2022

I Falchi Del Sud, il volontariato nella quotidianità

Molti sono gli esempi del loro straordinario lavoro, dalla collaborazione con il COM in occasione degli eventi sismici del ’97 in Umbria ricevendo un diploma di benemerenza con medaglia da parte del Ministro degli Interni On. Giorgio Napolitano fino ai più recenti interventi per la pandemia da Covid-19. Abbiamo intervistato il Presidente dell’Associazione Dott. Emanuele Cervelli per capirne un po’ di più.

Innanzitutto come definireste i ‘’Falchi del Sud’’ a chi non ne ha mai sentito parlare?
«Falchi del Sud è in primis un’associazione di volontariato. Gente comune, studenti, lavoratori, pensionati, che prestano la propria opera gratuitamente e sacrificando il proprio tempo libero per intervenire in caso di emergenze, preferendo rimboccarsi le maniche, anziché stare a guardare. Il tutto operando nell’ambito delle attività previste dal Sistema Nazionale di Protezione Civile per il volontariato, e con una struttura e delle regole per organizzare e rendere efficienti e professionali i nostri interventi, puntando soprattutto sulla formazione dei nostri volontari».

In cosa consiste concretamente la vostra associazione? Ci può fare qualche esempio di lavoro sul campo?
«La nostra Associazione è un Centro Operativo di Protezione Civile e, come dice il nome stesso, interviene in caso di calamità o catastrofi o anche in caso di grandi eventi. Il nostro centro aderisce alla Colonna Mobile della Regione Campania, ovvero l’insieme di uomini, mezzi ed attrezzature che la Regione dispiega in caso di necessità.
I nostri ambiti di intervento, chiamati “moduli d’emergenza”, per i quali può essere richiesto il nostro intervento e per cui siamo formati ed abbiamo in dotazione attrezzature di emergenza, sono: Antincendio Boschivo (AIB), che ci vede impegnati ogni anno nelle “Campagne Antincendio” promosse dalla Regione, e che ci ha visto impegnati, negli anni, anche su fronti molto estesi, come ad esempio nel Luglio 2017, con il vasto incendio che per giorni imperversò sul Vesuvio; Emergenza Idrogeologica, che ci vede impegnati in caso di allagamenti, smottamenti o esondazioni di fiumi, come avvenne a Benevento nel 2015; Segreteria d’Emergenza, ovvero la creazione di una segreteria da campo e la successiva gestione del campo stesso, come avvenuto a seguito del Sisma in Abruzzo del 6 aprile 2009, quando, in collaborazione con un’altra associazione, gestimmo la segreteria del campo di Poggio Picenze, a 13 km da L’Aquila, dal giorno dopo il sisma fino al novembre dello stesso anno. Naturalmente, oltre a quelle elencate, possiamo essere attivati come supporto anche ad altre attività, come in caso di grande affluenza di persone in occasione di grandi eventi».

Come ha detto all’inizio, chiunque può diventare uno di voi.  Ma immagino ci sia una formazione da seguire.
«Certo, ma è molto semplice, basta fare un colloquio conoscitivo in sede con il Presidente o uno dei Consiglieri, che serve ad entrambi per conoscersi: da un lato, la persona interessata potrà rivolgere tutte le domande e chiarirsi eventuali dubbi, dall’altro, si cerca di capire che persona si ha di fronte ed in quale ambito potrà essere più utile. Dopodiché, compilata la domanda di iscrizione, il nuovo socio verrà contattato a stretto giro per seguire dei corsi di formazione obbligatori presso la nostra sede, quali Protezione Civile, Antincendio, Sicurezza sui luoghi di lavoro (81/08), Psicologia dell’emergenza, Primo Soccorso, Campistica, Attrezzature d’emergenza, Radiocomunicazioni. Intanto il nuovo socio inizierà alcune attività operative, non certo emergenze, affiancando volontari più esperti per immergersi subito nella nostra realtà. In ultimo, organizziamo delle giornate di esercitazione in cui fare pratica con quanto appreso durante i corsi».

Dal 2020 siamo in emergenza Covid-19. Siete coinvolti anche in operazioni riguardanti la pandemia? E se sì, in che modo?
«Sin dall’inizio della pandemia, siamo stati impegnati su più fronti. Inizialmente, abbiamo allestito il Centro Operativo Comunale di Napoli, la struttura d’emergenza che si attiva presso i comuni in questi casi, gestendolo e consegnando in prima persona gli aiuti per le famiglie bisognose segnalateci dal comune. Poi, siamo stati a lungo impegnati presso l’Aeroporto e la Stazione Centrale di Napoli, per lo smistamento dei passeggeri con obbligo di tampone e, infine, siamo stati impegnati presso il Centro Vaccinale del Museo Madre, in assistenza alla ASL, per la campagna vaccinale della scorsa primavera. In pratica, non ci siamo fermati un attimo».Il vostro è davvero un ‘’lavoro’’ straordinario. Ci sono modi per contribuire, seppur in piccola parte, alla vostra missione?«Il modo più veloce per aiutarci è attraverso donazioni, sia in denaro che eventuali attrezzature, o, più facilmente, tramite la devoluzione del 5×1000, per cui trovate tutte le informazioni sul nostro sito www.falchidelsud.org ».

Pubblicato il 03.12.2021 sul Magazine "Informare" e pubblicato sul sito web informareonline.com

 

Campania, meno incendi boschivi: merito del sistema di sorveglianza

Campania, meno incendi boschivi: merito del sistema di sorveglianza

Foto Falchi del Sud

L'estate 2019 si chiude con un sostanziale decremento degli incendi a Napoli e in Campania rispetto a qualche anno fa. Nonostante alcuni casi gravi (su tutti, il rogo che ha interessato la collina dei Camaldoli), la situazione migliora rispetto al 2017 e mantiene il trend positivo degli ultimi mesi dal punto di vista di prevenzione e di tutela delle aree boschive, come confermano fonti di Vigili del Fuoco e Protezione Civile.

Merito anche di iniziative come quella di ABCD i cui dati sono stati resi noti in queste ore dall'Associazione Ardea, capofila del progetto che coinvolge anche il gruppo di protezione civile Falchi del Sud, Comune di Pozzuoli, Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Agraria, Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei, WWF Italia Onlus, WWF Oasi, Hubstrat e Tech-Tron. Il tutto con il prezioso sostegno di Fondazione CON IL SUD.

In 108 giorni di copertura, circa 500 ettari di territorio sono stati monitorati per tutto il giorno. Undici gli incendi rilevati nelle aree limitrofe all'Oasi, 14 invece gli interventi per fuochi di pulizia di campi agricoli. Tantissime segnalazioni dei cittadini, che si riscoprono così socialmente impegnati grazie anche a un'importante campagna di comunicazione che è andata dal porta a porta ai social network. Inoltre, 4 esposti sono stati presentati ai Carabinieri dell'Unità Forestale relativi alla presenza di fuochi di artificio e rifiuti in zona.

ABCD è l'acronimo di "Astroni Bosco da Conoscere per Difendere". L'obiettivo prefissato dal partenariato è quello di realizzare una strategia innovativa per la prevenzione degli incendi in un'area altamente a rischio: quella del Cratere degli Astroni, nel cuore dell'area flegrea. La bocca del vulcano ormai inattivo, il cratere e le zone limitrofe rappresentano un importante polmone verde condiviso tra Napoli e Pozzuoli, comprendente anche la straordinaria Riserva Naturale e Oasi WWF. Il progetto è stato sostenuto da Fondazione CON IL SUD, che ha indetto il bando e a cui quindi si deve la paternità dell'attività.

Le attività di presidio e controllo dell'intero territorio - e in particolar modo delle aree a rischio - da parte dei volontari seguono un pregresso studio e la mappatura delle aree limitrofe alla Riserva Naturale Statale Oasi WWF Cratere degli Astroni al fine di individuare zone ad alto rischio su cui saranno successivamente coinvolti cittadini, associazioni e istituzioni per intervenire ed eliminare i pericoli rilevati.

Questo è solo il fulcro di un'azione ad ampio raggio, che ha incluso altre attività collaterali come ad esempio un'importante campagna di sensibilizzazione rivolto ai cittadini sul territorio circa l'importanza di assumere comportamenti corretti per prevenire il rischio di innescare involontariamente incendi e di segnalare tempestivamente eventuali focolai di incendi o azioni sospette. Questa campagna ha avuto come risultato il coinvolgimento e l'attivazione di molti cittadini delle aree limitrofe alla Riserva che hanno contribuito all'attività inviando segnalazioni agli operatori della Riserva. Particolare attenzione merita anche il Campo Antincendio boschivo che è stato attivato e condotto dal personale e volontari della Riserva Naturale e dell'associazione dei Falchi del Sud che ha permesso il presidio costante dell'intero territorio della Riserva e delle aree limitrofe - novità assoluta dovuta proprio al progetto - durante tutta la stagione estiva.

Il progetto è destinato a continuare e a evolversi ulteriormente. Si prevedono infatti ulteriori azioni e attività di implementazione della nuova strategia di prevenzione degli incendi boschivi. Ma le attività non si fermano nemmeno durante l'inverno: sono da poco partiti dei corsi di educazione ambientale sul tema degli incendi rivolti agli alunni delle scuole del territorio.

Venerdì 8 Novembre 2019 di Mariagiovanna Capone - Il Mattino

 

Parte l’esercitazione di evacuazione dei Campi Flegrei

Parte l’esercitazione di evacuazione dei Campi Flegrei, 500 mila persone nella zona rossa

Dal 13 ottobre la “Settimana nazionale della Protezione civile”: eventi, iniziative e manifestazioni in tutta Italia. A Napoli ed in Campania la prima Esercitazione per il Piano di evacuazione dei Campi Flegrei.

Saranno numerose le iniziative che a livello nazionale e locale caratterizzeranno i 7 giorni in cui i cittadini potranno entrare a contatto con le donne e gli uomini del Servizio nazionale della protezione civile, un sistema integrato quasi unico al mondo che opera 24 ore al giorno per la prevenzione e la protezione dai rischi.

L’evento più importante della settimana sarà l’Esercitazione Campi Flegrei 2019. Proprio nel territorio dei Campi Flegrei, infatti, il Capo del Dipartimento Angelo Borrelli dichiarerà chiusa la settimana della protezione civile al termine della grande esercitazione “EXE Flegrei” che testerà, dal 16 al 20 ottobre, la capacità del sistema di protezione civile di evacuare la popolazione in caso di dichiarazione di fase di allarme per l’eruzione del vulcano dei Campi Flegrei caratterizzato da numerose caldere sottostanti il territorio di Pozzuoli, Napoli e diversi altri comuni della zona.

Un’esercitazione di carattere nazionale che vedrà la partecipazione delle regioni gemellate con la “zona rossa” nell’ambito del Piano di protezione civile nazionale.La Settimana della Protezione civile è nata da una specifica decisione governativa, la Direttiva firmata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 1° aprile scorso.Con questa Direttiva viene infatti istituita una serie di iniziative da svolgersi su tutto il territorio italiano volte alla “diffusione della conoscenza e della cultura di protezione civile, allo scopo di promuovere comportamenti consapevoli e misure di autoprotezione da parte dei cittadini, nonche’ a favorire l’informazione alle popolazioni sugli scenari di rischio e le nuove norme di comportamento.

La scelta di tenere la Settimana di Protezione civile dal 13 al 19 ottobre sta nella contemporaneità con la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, dichiarata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

La Settimana avrà un carattere nazionale ma soprattutto territoriale. Ci saranno eventi di livello nazionale come la Conferenza nazionale delle Autorità di protezione civile individuate dal Codice della Protezione civile che si svolgerà nella sede di via Vitorchiano del Dipartimento della Protezione civile, la sede operativa al vertice del coordinamento del sistema nella gestione delle emergenze. La Conferenza sarà presieduta dal Presidente del Consiglio, massima autorità di protezione civile del Paese.

Sono poi diversi gli eventi in programma di carattere nazionale: dalle conferenze a cuipartecipano gli esponenti della comunità scientifica, alle attività di diffusione della conoscenza di protezione civile rivolte a tutti gli studenti.

Accanto a questi in centinaia di piazze italiane, in Comuni grandi e piccoli si terranno gli eventi in cui i cittadini potranno incontrare gli operatori delle componenti e delle strutture operative del sistema in coordinamento con le Regioni e le Province autonome.Ad aprire la settimana sarà la Campagna “Io non rischio”, ormai giunta alla sua nona edizione, che vedrà la presenza dei gazebo informativi in più di 850 piazze in tutt’Italia con i volontari delle associazioni locali di protezione civile che racconteranno nel dettaglio i rischi terremoto, alluvione,maremoto e da quest’anno il rischio vulcanico dei Campi Flegrei.

I Campi Flegrei sono un vulcano attivo

In Campania ci sono 3 vulcani attivi: Campi Flegrei, Vesuvio e Ischia. I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica con una struttura particolare: non un vulcano a forma di cono troncato ma una “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare, che si è formata a seguito di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo, compresa una parte sottomarina.L’ultima eruzione si è verificata nel 1538 e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo.

Da allora il vulcano è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività: sismicità,fumarole e deformazioni del suolo. In particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le ultime crisi bradisismiche si sono avute nel 1969-1972 e nel 1982-1984 con un notevole sollevamento del suolo e centinaia di terremoti che hanno portato all’allontanamento della popolazione del Rione Terra di Pozzuoli.

Dal 2012 a oggi, le variazioni di alcuni parametri monitorati nell’area della caldera hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione. Nell’area della caldera dei Campi Flegrei vivono circa 500 mila persone.

Attività di monitoraggio e Livelli di allerta

I livelli di allerta per i Campi Flegrei descrivono lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. Sono quattro: un livello verde, un livello giallo, un livello arancione e un livello rosso. Il passaggio da un livello di allerta al successivo è stabilito sulla base delle variazioni dei parametri monitorati e di fenomeni in corso.

I Centri di competenza preposti al monitoraggio dell’attività vulcanica sui Campi Flegrei sono l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e l’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr. Inoltre, PLINIVS – Centro Studi per l’ingegneria idrogeologica, vulcanica e sismica dell’Università di Napoli Federico II – svolge attività di ricerca sulla vulnerabilità degli elementi esposti ai fenomeni vulcanici.

Ogni mese il Dipartimento della Protezione Civile organizza una videoconferenza con i Centri di Competenza preposti al monitoraggio e la Regione Campania per analizzare le fenomenologie in atto e valutare la pericolosità vulcanica. Semestralmente il Dipartimento della Protezione Civile, sentito il parere della Commissione Grandi Rischi – Settore Rischio Vulcanico, dichiara i livelli di allerta e le fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) in stretto raccordo con la struttura di protezione civile della Regione Campania.

Attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo. A differenza del livello di allerta“verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, questo livello è infatti determinato dalla variazione di alcuni dei parametri monitorati.Cosa può succedere in caso di eruzione.

Data la complessità del sistema vulcanico flegreo, caratterizzato dalla compresenza di numerosi crateri, e l’assenza di eruzioni recenti, non è possibile prevedere con certezza quando, come e dove avverrà la prossima eruzione. Inoltre non è possibile escludere che la ripresa dell’attività eruttiva avvenga da più bocche contemporaneamente, né prevedere la durata dell’attività.

Da uno studio probabilistico effettuato – che ha considerato gli ultimi 5 mila anni di attività dei Campi Flegrei – è emerso che, in caso di riattivazione del vulcano, si avrebbe circa il 95% di probabilità che si verifichi un’eruzione minore o uguale a quella di taglia media. Pertanto l’aggiornamento della pianificazione nazionale di protezione civile si basa su questa tipo dieruzione che prevede i seguenti fenomeni:

  • formazione di una colonna eruttiva composta da gas e brandelli di lava incandescenti, altafino a decine di chilometri;
  • caduta di materiale vulcanico sia di grosse dimensioni nell’area più vicina alla boccaeruttiva, sia di ceneri e lapilli anche a diverse decine di chilometri di distanza, lungo ladirezione del vento;
  • scorrimento di flussi piroclastici (valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici) formati dal collasso della colonna eruttiva.

Questi flussi hanno velocità e temperature elevate epossono scorrere per alcuni chilometri.Ai Campi Flegrei possono verificarsi particolari fenomeni esplosivi legati al coinvolgimento di acqua esterna, noti come esplosioni freatiche, in aree con intensa attività idrotermale (area Solfatara/Pisciarelli), o dove esistono attualmente significative disponibilità di acqua superficiale, quali ambienti lacustri (Agnano), laghi craterici (Averno) e mare (Golfo di Pozzuoli)

La zona rossa

La “zona rossa” è l’area per cui l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione. È infatti l’area esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone.

L’area, in cui abitano circa 500mila persone, comprende:

  • il comune di Pozzuoli;
  • il comune di Bacoli;
  • il comune di Monte di Procida;
  • il comune di Quarto;
  • parte del comune di Giugliano in Campania;
  • parte del comune di Marano di Napoli;
  • alcune municipalità di Napoli: le municipalità 9 (Soccavo e Pianura);  10 (Bagnoli eFuorigrotta) e alcune porzioni delle municipalità 1 (San Ferdinando, Posillipo e Chiaia) 5(Arenella e Vomero) e 8 (Chiaiano).

La zona rossa, identificata con delibera Regione Campania, è stata ufficializzata nelle “Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei”, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 193 del 19 agosto 2016.

La zona gialla

La “zona gialla” è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Infatti, l’evento di riferimento per l’aggiornamento della pianificazione, cioè un’eruzione di taglia media, prevede la formazione di una colonna eruttiva alta fino a decine di chilometri. Raggiunta questa altezza, la colonna è normalmente piegata dal vento e il materiale solido ricade al suolo, nell’area sottovento, dando luogo a una continua pioggia di cenere e lapilli.

In poche ore, in funzione dell’altezza della colonna, della direzione e della velocitàdel vento presente al momento dell’eruzione, la continua emissione di questo materiale puòportare ad accumuli considerevoli di ceneri vulcaniche fino a notevole distanza dal vulcano.

Spessori minori ma comunque importanti ai fini della pianificazione possono interessare un’area anche più vasta, esterna alla zona gialla. La presenza di significative quantità di ceneri al suolo e il verificarsi di abbondanti piogge generate dal vapore acqueo sprigionato durante l’eruzione espone, inoltre, l’area a problemi di ordine idraulico e idrogeologico (ad es. alluvionamenti e colate di fango).

Fanno parte della zona gialla:

  • il Comune di Villaricca;
  • il Comune di Calvizzano;
  • il Comune di Marano di Napoli;
  • il Comune di Mugnano di Napoli;
  • il Comune di Melito di Napoli;
  • il Comune di Casavatore;
  • 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato,Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, SanFerdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno,Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale.

Per questi comuni potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri.