Non abbiamo avuto bisogno di comunicati stampa per capire cosa stesse accadendo in quei momenti. Nessuna notizia sarebbe stata più chiara di ciò che abbiamo sentito e percepito in prima persona: la terra tremava. Quella notte ha segnato l'inizio di una delle missioni più significative per la nostra Associazione.
La testimonianza di un nostro volontario
“Alle 03:32 del 6 Aprile 2009 ero ancora sveglio alla mia scrivania quando ho percepito due lunghe scosse. Dopo la prima, una breve pausa, giusto il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo. Poi, la seconda. La terra ha tremato per quasi venti secondi. Non sapevo dove, né perché, ma ho capito subito che la scossa era stata lunga e grave. Collegandomi immediatamente alla rete sismografica nazionale, ho compreso la reale portata della situazione.”
La scossa è stata avvertita nettamente in tutto il centro-sud Italia, con registrazioni di forte intensità a Ancona e Perugia. I primi dati ufficiali dell'Italian Experimental Seismic Network e del European-Mediterranean Seismological Centre hanno rivelato che l’epicentro era nella città de L’Aquila, a circa 250 km da Napoli.
Per comprendere l'evento, è fondamentale analizzare i dati scientifici pubblicati dagli enti di ricerca, che hanno permesso di ricostruire con precisione la dinamica del terremoto.
I dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
L'INGV ha descritto una sequenza sismica complessa, iniziata con la scossa principale di magnitudo Mw 6.3 delle 03:33. I dati evidenziano:
- Repliche continue: La Rete Sismica Nazionale ha localizzato migliaia di repliche, con oltre 10.000 scosse registrate solo nel primo mese.
- Estensione dell'area: Le repliche hanno interessato un'area di oltre 30 km lungo l'asse della catena appenninica.
- Profondità degli ipocentri: La maggior parte dei terremoti è avvenuta nella crosta superiore, entro i 10-12 km di profondità.
- Origine della faglia: La causa è stata identificata nella faglia di Paganica, una struttura lunga circa 15 km con movimento diretto.
Tutte le informazioni dettagliate sono disponibili nella pagina dedicata alla Sequenza sismica dell'Aquilano dell'INGV.
I Dati della Rete Sismica Sperimentale Italiana (IESN)
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Secondo i testi pubblicati dalla Rete Sismica Sperimentale Italiana, la sequenza è stata composta da quattro macroeventi principali:
I dati confermano che, dopo la scossa iniziale, si sono attivate strutture diverse a sudest (zona di Ocre) e a nordovest (lago di Campotosto), spiegando la complessità e la durata dello sciame sismico. |
Sismogrammi delle stazioni di Osimo (An) a 3 componenti relativi la prima scossa del 6 Aprile |
Comunicato del Direttore I.E.S.N. - 6 Aprile 2009, ore 8:30
"In questo momento di apprensione per la sorte della città dell'Aquila, duramente e tragicamente colpita dall'immane tragedia dell'evento sismico, ci sentiamo in dovere di chiarire alcuni aspetti fondamentali verso tutti coloro che stanotte e nei giorni scorsi si sono rivolti alla I.E.S.N. onde cercare di comprendere cosa stesse o cosa sia successo.
Tecnicamente il Main Shock (evento principale) è stato preceduto da una corposa sequenza microsismica iniziata il 16 gennaio scorso e composta da molti eventi di bassa magnitudo (max 2.9). Il giorno 30 marzo alle ore 13.38 utc accade quello che ben può essere definito (oggi) come foreshock, ovvero 'precursore'. La sequenza poi evidenzia venerdi 3 aprile un altro evento di magnitudo 3.1. Da quel momento la stessa subisce un'improvvisa pausa fino alle 20.48 di ieri sera, allorquando in rapida successione si verificano un M 3.9 ed un M 3.4. Null'altro fino alle ore 01.33.
È bene evidenziare a grandi lettere che nessuno, nella comunità scientifica, poteva prevedere quanto poi accaduto. Tutte le valutazioni tecniche possibili e anche realiste alla luce dell'andamento dello 'sciame', si possono trarre purtroppo solo con il senno del poi ed essere eventualmente frutto di analisi scientifica. La città dell'Aquila come ampiamente ripetuto in queste ultime settimane era ed è una zona ad altissimo rischio sismico, costellata nei secoli scorsi anche da grandi terremoti (1703). Statisticamente l'evento del 6 aprile potrebbe anche ricadere in una 'finestra' temporale di 'ritorno', ma anche i dati storici e statistici non permettevano alcuna certezza.
Ciò che ancora una volta si è dimostrato grandemente nefasto è la situazione del patrimonio abitativo della città, che seppur classificata come zona sismica di I^ cat in alcuni casi ha dimostrato di non essere adeguata ad un evento sismico, scientificamente medio-forte, di tal genere. Ed è questa l'unica vera considerazione e certezza su cui TUTTI in Italia debbono riflettere."
La Nostra Risposta sul Campo: Il Cuore della Missione a Poggio Picenze
La parte più importante della nostra storia in Abruzzo è l'impegno diretto sul campo. La nostra Associazione, attivata come parte della Colonna Mobile della Protezione Civile della Regione Campania, ha avuto un ruolo centrale nell'allestimento e nella gestione di uno dei primi centri di accoglienza per la popolazione sfollata.
Allestimento del Campo e Prima Accoglienza
La colonna mobile è partita da Napoli nel primo pomeriggio del 6 Aprile. La nostra destinazione era Poggio Picenze (AQ), un comune a pochi chilometri da L'Aquila, dove abbiamo avuto il compito di allestire un campo di accoglienza presso il campo sportivo. Il lavoro è stato incessante. Insieme ad altre associazioni, abbiamo montato tende, allestito la cucina da campo e organizzato la mensa. Nel pomeriggio del 7 Aprile, il campo era già operativo e le tende sono state immediatamente assegnate agli abitanti del posto. Abbiamo dato un "tetto", una branda e un sacco a pelo a chi, la notte precedente, era stato costretto a dormire in auto, al freddo e nella paura.
La Gestione Quotidiana: Un Impegno Costante
I nostri volontari sono rimasti a Poggio Picenze per un periodo lunghissimo: dal 6 aprile al 9 giugno, e poi di nuovo dal 28 giugno al 18 agosto. Essere presenti per mesi ha significato diventare un punto di riferimento per la comunità. Le nostre attività andavano ben oltre la semplice logistica. Ci siamo occupati di:
- Gestione della Segreteria del Campo: Un ruolo delicato e fondamentale per la registrazione degli sfollati, la gestione degli accessi dei visitatori e il censimento costante delle presenze. Eravamo il primo punto di contatto, il luogo dove le persone si rivolgevano per ogni necessità.
- Supporto Logistico e Materiale: Oltre all'assegnazione delle tende, gestivamo la distribuzione di tutti i materiali necessari alla vita quotidiana, dalle brandine ai beni di prima necessità, garantendo che a nessuno mancasse l'essenziale.
- Recupero Beni dalle Abitazioni: In un'attività carica di emozione e rischio, abbiamo collaborato strettamente con i Vigili del Fuoco per accompagnare gli sfollati nelle loro case pericolanti a recuperare i beni personali e i ricordi più cari. Un compito che richiedeva non solo coraggio, ma anche una grande sensibilità umana.
- Logistica e Trasporti: Con i nostri 4 automezzi (Land Rover Defender, Pick-Up, Fiat Panda 4x4 e Nissan Vanette), abbiamo garantito il trasporto continuo di generi alimentari e materiali, assicurando l'approvvigionamento del campo e rispondendo alle esigenze che emergevano di ora in ora.
Durante tutta l'emergenza, ben 30 dei nostri operatori volontari si sono alternati sul campo, dedicando tempo, energia e cuore a questa missione.
Il campo di Poggio Picenze è stato smantellato a metà novembre 2009, quando gli ultimi ospiti hanno trovato una sistemazione temporanea in attesa dei Moduli Abitativi Provvisori (MAP). La nostra presenza fino ad agosto è stata la testimonianza di un impegno che non si è limitato alla prima emergenza, ma ha accompagnato la comunità in un lungo e difficile percorso.





