Come sta il Parco Urbano dei Camaldoli?

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Alcuni giorni fa, in un’intervista, l’assessore all’ambiente della V Municipalità di Napoli, Giovanni Greco ha risposto ad alcune domande sullo stato del Parco Urbano dei Camaldoli, da tempo chiuso al pubblico e in stato di abbandono, citando, tra l’altro,  una relazione richiesta dalla stessa municipalità al Centro Operativo di Protezione Civile “Falchi del Sud” che da anni opera sul territorio, soprattutto durante le campagne estive antincendio boschivo.

Proprio loro, infatti, hanno effettuato una fotografia dello stato attuale del parco, a seguito di vari sopralluoghi.

Dalla relazione si evince che, nel complesso, tutta la vegetazione nel Parco Urbano appare in avanzato stato di invecchiamento e abbandono, arbusti ed erba hanno invaso totalmente la sede viaria, i marciapiedi ed i passaggi pedonali; tronchi con pendenza evidente e pericolosa, rami spezzati a seguito di forti piogge o venti e suscettibili di caduta. Anche il sottobosco ha invaso totalmente quella che originariamente era la viabilità e in questo stato di degrado e abbandono generale l’edera ha preso il sopravvento.

Ovviamente, nello stato in cui versa, anche dal punto di vista della sicurezza, il Parco risulta non idoneo al pubblico e pericoloso per eventuali visitatori: come detto, non esiste più una viabilità e mancano quasi totalmente le staccionate delimitanti i percorsi.

Inoltre, in molte zone del parco, la segnaletica è incompleta o del tutto assente, soprattutto quella riguardante i punti di approvvigionamento idrico e delle aree di raccolta in caso di emergenza: un altro fattore da non sottovalutare, oltre alla mancanza di manutenzione dei viali parafuoco che, in un bosco che versa in uno stato di abbandono e seccume generale, può portare allo sviluppo di grossi incendi.

Questo documento dettagliato, consegnato alla municipalità lo scorso luglio, propone anche interventi da effettuare nel breve periodo e nel lungo che la municipalità sembra si sia impegnata a seguire.

La dott.ssa Lidia De Pietro, che ha curato la redazione del documento, spiega: “Il parco Urbano dei Camaldoli è uno dei più grandi di Napoli: si estende su circa 135 ettari di terreno sulla collina dei Camaldoli, da cui prende il nome, a circa 400 mt di altezza sul livello del mare ed è un vero e proprio bosco affacciato sui Campi Flegrei, con aree gioco per i bambini, aree picnic, campi da basket, attrezzature ginniche ed anche un anfiteatro”.

 “Molti gli interventi proposti – prosegue la De Pietro – soprattutto nel breve termine, per la riduzione del rischio incendio: da un lato, agire sulla vegetazione, con la ripulitura e la riduzione della biomassa, consistente nel recupero di tutto il materiale secco, poi il taglio della vegetazione infestante come l’edera e la creazione, l’ adeguamento e la pulizia delle piste tagliafuoco prevenendo così la diffusione di incendi da chioma a chioma. Dall’altro lato, bisogna agire sulla messa in sicurezza e in funzione dei punti di approvvigionamento idrico, delle riserve d’acqua e di altre strutture antincendio, come i punti di attacco delle manichette.  Si tratta del parco più distante dal centro della città e, forse proprio per questo, quello “meno parco e più bosco”: buona parte dei percorsi sono in terra battuta e in alcuni tratti il sentiero si restringe così tanto da costringere i visitatori a camminare immersi totalmente nella vegetazioneUn gioiello verde da recuperare assolutamente”.

Pubblicato su "Voce di Napoli" il 28.01.2018