Il rischio frane

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Le situazioni di rischio

Cos'è una frana


Si tratta di un fenomeno naturale dovuto ad erosione dei versanti collinari e montani. Nel nostro paese le caratteristiche geologiche, geomorfologiche e climatiche tendono a favorire il verificarsi di questo tipo di fenomeno: tuttavia le opere di disboscamento allo scopo di creare aree edificabili unitamente a pratiche agricole poco idonee, hanno fatto sì che tale processo naturale si trasformi in una vera e propria calamità, aumentandone anche la carica distruttiva.
Secondo le stime della Protezione Civile italiana negli ultimi 80 anni nel nostro paese si sono verificate 11.000 frane.

 

Tenerla sotto osservazione


Vi sono strumenti estremamente sofisticati (come tubi inclinometrici, misuratori di giunti e piezometri) in grado di verificare lo stato del suolo e attraverso i quali è possibile avere tempestive e precise informazioni riguardanti gli spostamenti e le variazioni delle pressioni cui il terreno è sottoposto.

 

Come comportarsi in caso di frana


Le frane sono normalmente precedute da segni premonitori quali spaccature nel terreno,vibrazioni, crepitii, inclinazioni anomale degli alberi, rotolamento di sassi. In caso di frana è necessario abbandonare la zona e dare l'allarme.
Se ci si trova all'interno di un edificio: è il caso di allontanarsi in tempo.
Se ci si trova in macchina: è buona norma fare sempre molta attenzione ai cartelli stradali che segnalano il "pericolo frane" e la "caduta massi". Se una frana è appena caduta o minaccia di cadere, è opportuno segnalare il pericolo agli altri automobilisti e dare l'allarme al più vicino centro abitato.
Se si rimane intrappolati: bisogna attendere i soccorsi mantenendo la calma, non facendosi prendere dal panico ed eventualmente cercando di liberare la bocca per respirare.

 

un triste ricordo... la frana del Vajont


Alle ore 22.39 del 9 ottobre 1963 dal monte Toc, dietro la diga del Vajont, il torrente che scorre nella valle di Erto e Casso e che confluisce nel Piave, nei pressi di Longarone e Castellavazzo (BL), si staccarono 260 milioni di metri cubi di roccia. Roccia che cadde nel lago dietro la diga e che sollevò un'ondata d'acqua di cinquanta milioni di metri cubi.
Longarone e Castellavazzo furono quasi del tutto distrutti dall'inaudita forza dell'acqua: si era così consumata una tragedia che costò la vita a circa 1900 persone, secondo una delle stime più attendibili.
In molti hanno sottolineato di come si sia trattato di un disastro annunciato e causato proprio dalla costruzione della diga e dal fatto che le acque del lago artificiale si trovassero oltre i limiti di sicurezza. A questo va aggiunto come la conformazione geologica e morfologica del luogo fosse a rischio di frane e che già da tempo le argille situate lungo il piano di faglia fossero imbevute d'acqua (a causa delle piogge).